Storia del Club Ponte dei Sartori

estratta dal volume "Punta San Giobbe - Storia e cronaca di un lembo di Venezia", scheda di Giancarlo Soleni, pubblicato il 6 dicembre 1997 a cura dell'Associazione Macellai Venezia e del Comitato remiere Punta San Giobbe.

Analogamente a molte altre consimili associazioni, il Club appare radicato in una ben determinata area del centro storico, identifìcabile, soprattutto nelle fasi iniziali, con la porzione del sestiere di Cannaregio gravitante nelle contrade dei Gesuiti e dei Santi Apostoli. Il nucleo fondatore era infatti costituito soprattutto da artigiani e commercianti operanti in quella zona, i quali adottarono quale nome ed emblema del sodalizio proprio il ponte dei Sartori, che unisce le due contrade, scavalcando l'omonimo rio, lungo il loro principale percorso pedonale. L'atto formale di fondazione venne sottoscritto il 18 ottobre 1977, con l'approvazione del primo statuto sociale, ampliato e rinnovato dall'assemblea straordinaria del 2 dicembre 1982 a seguito de! notevole sviluppo, anche numerico, del sodalizio ed alla sua trasformazione in associazione remiera vera e propria. Sull'onda del generale entusiasmo per la riscoperta dell' "andar per acqua" a remi, il Club che, accanto all'esercizio della voga, s'era impegnato in diversificate attività nei settore sociale e ricreativo, nonché in altre discipline sportive (fra le quali i! nuoto, con l'organizzazione di gare fra i soci ed una vera e propria squadra di calcio), si doterà ben presto di un proprio cantiere nautico, restaurando e adattando con il lavoro volontario di tutti i soci uno dei capannoni abbandonati dell' ex macello di Punta San Giobbe. Con sottoscrizioni e anticipazioni dei soci venne ben presto a costituirsi un primo parco-imbarcazioni, che era stato inaugurato alla fine del 1977 da una gondola di rappresentanza acquisita grazie alla vendita di 50 serigrafie offerte dal pittore Andrea Pagnacco, socio onorario del Club. L'articolo 2 dello statuto sociale riassume le generali finalità del sodalizio, che "promuove ed attua tutte le iniziative dirette a sviluppare le capacità fisiche, sportive, culturali, artistiche, turistiche, ecologiche, ricreative, morali" con l'obiettivo di tramandare e divulgare lo sport remiero veneziano nelle sue varie forme". Le diversificate attività sociali, aperte a famigliari e simpatizzanti, hanno da sempre cementato la coesione di un gruppo compatto, che ebbe altresì per alcuni anni, oltre al cantiere nautico, una propria sede sociale che favoriva "lo svolgersi della vita post-lavorativa in un ambiente di sereno incontro", come postulava il sopraccitato Statuto: l'organizzazione di tornei di calcio, briscola e "madrasso", di feste danzanti e di proiezioni di filmati e diapositive inerenti le attività proprie del Club, di Carnevali per grandi e piccini, di mostre d'arte ed altro ancora, accanto naturalmente all'organizzazione di gite ed escursioni in laguna, rigorosamente a remi, di regate sociali e rionali, talune in collaborazione con altri sodalizi e con intenti benefici, quali il Todaro Benefico e gli Amici dei Bari, diedero negli anni Ottanta il massimo impulso alla vita associativa, nei suoi variegati settori. Con la dismissione della sede sociale l'attività s'è giocoforza rivolta negli ultimi anni quasi esclusivamente alla voga; il Club Ponte dei Sartori, dotatesi nel tempo di un parco-imbarcazioni notevole (che comprende la gran parte delle numerose tipologie di barche tradizionali in legno) e nonostante le crescenti difficoltà operative - comuni a tutte le altre società insediate nell'ex macello ed acuite dall'annosa e perdurante incertezza logistica in ordine ai cantieri nautici ubicati in quel compendio - annovera ancora una cinquantina di soci attivi, fra i quali alcuni giovani avvicinatisi negli ultimi anni, che praticano assiduamente l'esercizio della voga e sono sempre presenti e partecipi in tutte le iniziative remiere cittadine, con una media annua non trascurabile di oltre 400 imbarcazioni varate e alate dalla fondamenta fronte laguna di San Giobbe.

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